MUSTAIONI, MARIAELENA & TIZIANO: LA VITTORIA DI GIOVANNI CUALBU

Che Giovanni Cualbu stesse combattendo contro i poteri forti, quelli della peggior specie, lo si era capito da tempo. Che l'allevatore di Fonni, trapiantato in terra di Decimoputzu, avesse a che fare con una combriccola di faccendieri affaccendati in affari di ogni genere lo avevo denunciato un anno fa, con tanto di nomi e cognomi.

Quel progetto di centinaia di ettari di pannelli da piazzare al posto dei prati verdi e delle pecore del Signor Cualbu era l'enclave, una delle tante, degli affari del cerchio renziani in terra Sarda.

Ora che il giglio magico Renzi emerge dalle torbide acque dell'Arno in tutta la sua virulenza quel misfatto ideato per le campagne di Decimoputzu e Gonnosfanadiga, passando per Guspini si infrange sulla T, quella di Tiziano.

I magistrati sono convinti che il pizzetto del genitore del bulletto di Firenze non sia finito per caso nel pizzino di Romeo, quello degli appalti miliardari, quelli che vanno avanti a suon di influenze, non quelle da debellare a suon di aspirine.

Influenze alte, quelle dove basta uno sguardo, un'intesa tra gentiluomini dediti al losco utilizzo del potere funzionale ad affari e spartizioni.

Il castello frana, quel renzi che da showman diventa farfugliatore, il "bomba" di Firenze, che la spara grossa anche sulla condanna del padre, è all'angolo.

Un pugile suonato appare più entusiasta di quel renzi che si dice sicuro di tutto e di più. A parole.

Oltre i proclami c'è la comunicazione che non si controlla, quella che si percepisce, che va oltre le parole e gli slogan. Sono i gesti, gli sguardi, le smargiassate a far trasparire imbarazzo e tremolii.

Passò alla storia l'arringa di un avvocato che, rivolgendosi ai giudici, invocò un giudizio sentimentale per il suo assistito: se nei suoi occhi leggete la colpevolezza dategli l'ergastolo. Fu accontentato: ergastolo!

Renzi sfarfalla, farfuglia e non incanta. Cerca con strafottenza e boria di serrare le fila, ma, ormai, la caduta è prossima.

Non tanto per la vicenda giudiziaria che coinvolge il suo cerchio magico, quanto per le ricadute sugli affari in corso e quelli addivenire.

A partire da quelli ideati sui terreni di Giovanni Cualbu, l'ultimo dei balentes di Sardegna, che con determinazione mandò a quel paese il sistema d'affari che voleva portargli via pascoli e pecore.

Sarà il primo beneficiario di cotanta inchiesta.

Luca Lotti, meglio noto Mustaioni, ministro agli affari di Renzi, lo spaventapasseri delegato ai rapporti con la Sardegna, è fuori uso.

Non potrà muovere più un dito. Se lo muove lo fulminano. Dunque niente pizzino per sollecitare palazzo Chigi all'esproprio delle aree di Cualbu e corregionali.

Resta Maria Elena, la Boschi, già attenzionata per le vicende di banca Etruria che certo non rischierà un dito in una vicenda già di per se poco limpida.

I suoi commensali al governo sono fuori uso.

Avrà il coraggio renzi di chiedere a Gentiloni di sponsorizzare l'esproprio delle aree agricole di Giovanni Cualbu per cederle a tale sponsor Angeloantoni & soci per speculare sul termodinamico contro i pastori sardi?

Forse avrà il coraggio, ma è certo che Gentiloni glisserà, ben sapendo che a palazzo Chigi è pieno di pidocchi e cimici.

Dunque, Giovanni Cualbu, i sindaci e i comitati di lotta per il momento possono dormire sonni tranquilli, quel progetto naufragherà nelle tempestose acque della caduta fiorentina.

Certo il servilismo di Pigliaru e compagni è indomito, va oltre ogni più deprecabile spregiudicatezza. Dubito, però, che abbiano il coraggio di persistere nell'affare del giglio magico.

I loro interlocutori sono spalle al muro e non gli resta che tentare la via di fuga: quella dei topi, pronti ad abbandonare la nave prima di chiunque altro.

Basta vedere le posizioni di chi, anche in Sardegna, dopo aver masticato a piene mandibole, si mostra insofferente verso il rimpasto di palazzo. Non rendendosi conto che fanno parte dello stesso mazzo e della stessa risma cercano di sfilarsi. Troppo tardi. La festa sta finendo! Anche per loro.

I pascoli di Giovanni Cualbu sono salvi. Ma gli occhi restano vigili. A volte i topi ritornano.