PILI: REGIONE CERCA BOMBE AD OLBIA PER REALIZZARE IL PIANO MANCINI

LA REGIONE SE NE FREGA DEI CITTADINI E PUNTA A REALIZZARE LE DIGHE DI LAMINAZIONE GRANDI 100 ETTARI DENTRO LA CITTA’: UNA FOLLIA ESPLOSIVA

IN QUESTE ORE LA COMUNICAZIONE DELLA PRESIDENZA DELLA REGIONE PER ENTRARE NEI TERRENI DI CENTINAIA DI CITTADINI DI OLBIA PER CERCARE ORDIGNI

“La Regione cerca bombe nei terreni dove vorrebbe realizzare le mega dighe di laminazione proprio dentro Olbia. Un piano senza precedenti che ora passa per la verifica degli ordigni bellici, indagini geognostiche e di caratterizzazione e poi passerà alla fase degli espropri. Vere e proprie dighe dentro la città di 94,36 ettari. Un piano devastante che anziché allontanare il rischio dalla città lo porta direttamente dentro il centro abitato. In queste ore centinaia di comunicazioni stanno arrivando a centinaia, forse migliaia di cittadini vista l’estensione del piano Mancini. La presidenza della regione ha trasmesso la richiesta di accesso ai terreni in base all’accordo di programma del 4 novembre del 2015 per gli interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Con una raccomandata A.R. è stato notificato l’accesso alle aree per l’esecuzione della bonifica da ordigni bellici e indagini geognostiche varie. In queste aree comunica la regione dovranno introdursi i tecnici e le imprese incaricate. Una follia, un atto di arroganza contro la volontà dei cittadini e dello stesso consiglio comunale che ha più volte ribadito la contrarietà a quel progetto. Un piano per il quale non sono state valutate soluzioni alternative che da tempo come Unidos Olbia e Gallura abbiamo proposto in più occasioni. Con Tonino Pizzadili e Antonio Appeddu abbiamo presentato esposti e ricorsi a tutti i livelli per impedire questo scempio di Olbia e non ci fermeremo. Già nelle prossime ore incontreremo i comitati dei cittadini e valuteremo le nuove iniziative da adottare per fermare questi attila della Regione. Proporremo un osservazione tecnica unitaria per respingere questa arroganza di una regione e di un assessore regionale ai lavori pubblici che vuole fare il padre padrone in casa d’altri”.

Lo ha denunciato poco fa il deputato di Unidos Mauro Pili insieme ai coordinatori provinciale di Unidos Tonino Pizzadili e cittadino Antonio Appeddu.

“Non consentiremo che questo devastante progetto sfiguri la città di Olbia e metta a repentaglio la stessa comunità. Quelle dighe dentro il tessuto urbano sono uno schiaffo al governo idrogeologico dell’area e costituiscono un’aggravante della situazione. Da tempo – prosegue Pili - suggeriamo una soluzione a monte del centro abitato, in grado di arginare qualsiasi pericolo dentro la città. In questa direzione bisogna studiare alternative serie che possano affrontare il rischio idrogeologico a monte e non a valle”.

“Quelle dighe sono del tutto slegato dal contesto urbano nel quale andranno a ricadere. L'esecuzione modificherà, sostanzialmente, e per sempre l'assetto urbano della città, con inevitabili grosse compromissioni del tessuto urbanistico attuale. La soluzione sarà devastante sul piano urbanistico, con peggioramento della qualità della vita nella città e con la creazione di imponenti danni patrimoniali ai privati ed alla stessa municipalità. Danni al momento talmente consistenti da essere non quantificabili, in considerazione della concatenazione dei contraccolpi economici, sociali ed ambientali che l'esecuzione e la messa in funzione delle opere genererà”.

“A questo si aggiunge – concludono i rappresentanti di Unidos - che se si andrà avanti ci saranno ulteriori sorprese, quando si andrà a definire compiutamente il piano particellare espropri. L'articolo 33 del testo unico sull'espropriazione per pubblica utilità, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001 prevede che «Nel caso di esproprio parziale di un bene unitario, il valore della parte espropriata è determinato tenendo conto della relativa diminuzione del valore»; vale cioè il principio del valore complementare e quindi l'indennità è pari alla differenza fra il valore venale del bene ante esproprio e il valore del bene post operam. Un salasso che nessuno pagherà, e i cittadini ci rimetteranno tutto, terreni e qualità urbana. Noi ci batteremo contro questo scandalo”.