Abbanoa, ovvero la triste storia di un servizio pubblico fondamentale divenuto carrozzone. Più che erogare acqua i signori della società erogano bollette, una volta conguagli, una volta deposito cauzionale.
Di certo chi governa l'ente non si pone problemi. Se c'è da tappare un buco, finanziario, la soluzione è sempre la stessa: mettere le mani nelle tasche dei sardi.
E' un sistema che va smantellato alla radice. Il sistema politico gestionale che trasforma un servizio in idrovora di denari per soddisfare la voracità di società straniere e affini. Obiettivo, mettere le mani sull'acqua. L'ho scritto altre volte, ma ora sarò ancor più risoluto.
Di Abbanoa si parla poco, qualche perdita, qualche depuratore che non funziona ma nessuno che affronti il tema centrale: per quale motivo Abbanoa sta perseguendo la privatizzazione?
Chi c'è dietro questa operazione che vorrebbe comprare un servizio nevralgico per un'intera isola?
Un dato è certo: il "sistema rapina" ai cittadini e "risorse dilapidate" è una costante.
Racconterò per filo e per segno, ogni giorno una storia di quanto sta avvenendo dentro Abbanoa. Chi sono i progettisti, chi gli avvocati, chi i funzionari e sopratutto chi scrive i capitolati d'appalto, come li scrive e dove li scrive.
Ne abbiamo per fare un libro. Per contrastare con tutte le possibili forze il progetto nefasto di mettere l'acqua nelle mani di un privato di turno.
E non sarà una battaglia di singoli, ma la rivolta di un Popolo.
Attendiamo da un momento all'altro la decisione dei giudici per ammettere la class action contro i conguagli pregressi, un furto senza precedenti.
Se sarà ammessa, eventualità che ovviamente speriamo si concretizzi in tempi rapidi, la class action diverrà la più imponente mobilitazione di popolo contro il mal governo della cosa pubblica, a partire dall'acqua, bene primario ed essenziale della vita.
Attendiamo l'ammissione, dopo l'ultima udienza, per poi organizzare la raccolta delle adesioni che riguarderà 750.000 sardi.
Un dato è certo: tutti i giudici di pace si stanno pronunciando contro i conguagli pregressi di Abbanoa, esattamente come avevamo proposto con il ricorso-tipo. Ora spetta alla causa collettiva fare il resto.
Certamente non lasceremo niente di intentato per difendere ad oltranza un bene primario e pubblico come l'acqua, contro le privatizzazioni e in titale contrasto alle gestioni partitocratiche e affaristiche di una società pubblica.
Ai tanti che mi continuano a chiedere notizie della class action ribadisco: andremo sino in fondo per ripristinare giustizia e buona gestione.
A schiena dritta, testa alta.