Gaetano Ranieri non è un chiromante. Non ama la ribalta, quando parla non inventa. Per lui la geofisica è ragione di vita, da sempre docente universitario, prima al politecnico di Torino e poi all'Università di Cagliari.
Non è un archeologo, non usa lo scalpello, ma conosce i segreti dei Giganti di Mont'e Prama come nessun altro.
Per indagare quella collina si è inventato un mezzo unico al mondo: il georadar. Uno strumento che fotografa il sottosuolo, vere e proprie radiografie. Puntini rossi a segnare i potenziali gioielli delle profondità della terra. Statue, tombe, strade, muri.
In quella collina che potrebbe cambiare la storia l'equipe geofisica ha messo mero su bianco le coordinate di 60.000 anomalie, ovvero potenziali reperti archeologici.
Piero Angela che di storia se ne intende ha detto che Mont'e Prama potrebbe essere la più grande scoperta archeologica nel Mediterraneo occidentale negli ultimi cinquant’anni.
Giganti ma anche un santuario nuragico, una necropoli, edifici e centinaia di reperti.
Lo scanner con le ruote ha passeggiato in lungo e in largo per almeno 6 ettari, fotografando
“anomalie” che ad occhio e croce sono riconducibili a strade ed edifici.
Tecniche sperimentate in Marocco. In terra straniera il georadar ha riportato alla luce l’anfiteatro romano di Volubilis e il tempio di Ercole a Lixus.
Lui, Ranieri, detiene una parte delle coordinate, i dati per gli incroci, però, sono in mano di un altro collaboratore. Ragioni di sicurezza.
Da almeno due anni l'uomo che fotografa il sottosuolo insieme all'archeologo che più di tutti ha creduto alla rinascita di Mont'e Prama Momo Zucca hanno chiesto a gran voce di acquisire quella collina.
Si sono sperticati a far capire che il giacimento archeologico era immenso, oltre i 40 ettari. Ad est, ad ovest, nord e sud.
Nessuno li ha ascoltati. Ministri di stato e portaborse vari sono venuti a prendere flash e selfie ma poi sono andati via.
Hanno lasciato coop rosse a sgranocchiare soldi e incarichi, scavando poco e devastando molto.
Ed ora con l'avallo delle soprintendenze di stato sono arrivati i trattori. La collina dei Giganti trasformata in un attimo in un campo arato, per piantumare improbabili vigneti per far lievitare valore dell'area in attesa di espropri archeologici.
Loro, i signori delle soprintendenze, se ne fregano.
Quella collina, giacimento inesplorato di civiltà antica, trasformata in bancomat per far soldi.
Con il silenzio di tutti, da Cagliari a Roma.
Dopo le ruspe di Stato i Giganti di Mont'e Prama son tornati ai trattori, non per essere riscoperti ma per far denaro. Vile denaro e ignavia di Stato che cancellano la storia di una grande civiltà, quella del Popolo Sardo.