ATTENTI A QUEI DUE, HANNO SVENDUTO LA SARDEGNA ALLA TIRRENIA

Uno dei due, Morace, è in galera. Accusato di aver corrotto la politica per la gestione dei traghetti. In Sicilia. Trapani, per la precisione. L'altro, Deiana, è ancora assessore regionale dei trasporti. In Sardegna.

Il primo è accusato di aver dispensato prebende e rolex a destra e a manca, l'altro, Deiana Massimo, prode discepolo della lobby bancario pidiotta, si sta sfiancando in ogni modo per conquistare lo scranno della presidenza dell'autorità portuale della Sardegna.

Tra i due il feeling è stato pari a quello di una coppia di fatto. Conferenze stampa ogni dove, strette di mano e firme quanto basta per fregare la Sardegna in lungo e in largo.

Oggi che le cronache riportano il coinvolgimento nell'inchiesta di Trapani dell'altro nemico numero uno della Sardegna tale De Vincenti, ministro del Mezzogiorno, i vertici del Pd devono decidere se mandare Deiana ad occuparsi perennemente di traghetti, questa volta a diretto contatto con i padroni del monopolio del mare.

Diciamo che ha le credenziali. Del resto è stato abile nello svendere la Sardegna a Morace, amministratore delegato della Tirrenia.

E' lui, Deiana, che ha firmato di fatto il via libera alla grande truffa ai danni dei sardi con il taglio di 27 milioni di euro di servizi per un millantato buco nei conti della Tirrenia.

Tagliarono le corse da Cagliari a Civitavecchia, cancellarono Arbatax.

Un imbroglio considerato che la Tirrenia non dichiarò mai effettivamente un buco di bilancio. Il ministero dei trasporti accolse l'accordo tra Deiana e Morace come oro colato.

La truffa si consuma tutt'ora, nonostante Deiana avesse dichiarato che si trattava di un taglio sperimentale.

I due, Morace e Deiana, si inventarono la bufale della residenza fiscale della Tirrenia in Sardegna. In realtà fu il gioco delle tre carte in cambio di altre agevolazioni fiscali.

Lo sostanza è chiara: Deiana regalò a Morace un accordo capestro in cui la Sardegna ci rimetteva 27 milioni di servizi e la Tirrenia guadagnava quei soldi puliti con la sommatoria ai 73 milioni che già incassava dalla convenzione truffa con lo Stato.

Ora Del Rio il ministro, il cui vice riceveva i rolex da Morace per gli emendamenti fiscali alla finanziaria, si accinge a fare il nome di Deiana per l'autority portuale.

Beata incoscienza. Del Rio, dopo aver dato il via libera all'emendamento del rolex, adesso prepara il via libera all'uomo della prebedenda da 27 milioni di euro alla Tirrenia.

Insomma, un suicidio.

Vada avanti Del Rio! Non si fermi. Ci liberi da questa piaga economica, sociale e morale.

Lo nomini presto a capo dell'Autorità portuale. Lo faccia prima che escano altre rilevazioni dall'inchiesta di Trapani.

Del resto chi può essere il miglior candidato se non colui che prone come nessun altro ha svenduto la Sardegna a Morace e alla Tirrenia.

Il Pd e Del Rio di quell'operazione sono stati complici come pochi. E' giusto che risarciscano il killer.

Avanti tutta Del Rio, dunque. E se, come credo, Del Rio andrà avanti il cerchio magico di Morace sarà bello che chiuso.

Il filo rosso che lega l'ex amministratore delegato della Tirrenia e la politica sarà, a quel punto, un fatto acclarato, e anche postumo, all'inchiesta di Trapani.

Fiduciosi, siamo!

Non resta che sperare nel duplice miracolo. Liberarsi di Deiana, prima dall'assessorato ai trasporti e poi dall'autorità portuale.

Giusto per restituire un minimo di giustizia alla Sardegna e ai Sardi.