PER IL PORTO CAGLIARITANO UN FALLIMENTO ANNUNCIATO
PUBBLICATI I DATI REPORT DEL TRASPORTO MARITTIMO
“Cagliari crolla su tutti. Il porto canale è in assoluto quello che perde più di tutti in Italia precipitando nel fondo della classifica dei porti. Il dato è dirompente con un – 36% che non eguali. Anzi è di fatto l’unico che perde in queste dimensioni mentre tutti gli altri risultano stabili e in aumento. Il 2017 ha visto in Italia una movimentazione complessiva superiore ai 10,2 milioni di TEUs. La débâcle di Cagliari è devastante perché il Porto controllato da Eurokai (il gruppo di Amburgo che controlla Contship Italia), ovvero CICT Cagliari, con 430.000 TEUs registra una performance devastante (-36%), retrocedendo di un paio di posizioni, superato non solo da TDT Livorno (535.000 TEUs), che pure perde il 16%, ma anche da TMT Trieste (546.000 TEUs), protagonista di un’ottima performance (+21%). I dati di Ship2shore compiuta direttamente attraverso i terminalisti e le autorità portuali rappresenta una conferma drammatica di un porto ormai in caduta libera con il rischio che si vada verso la catastrofica chiusura. Con la decisione scattata lunedì scorso di bloccare gran parte dei mezzi in banchina e ridurre strutturalmente le potenzialità del porto terminal container si conferma il tracollo del soggetto gestore che risulta non più adeguato o peggio proteso a sostenere altre realtà. Come denuncio da ormai un anno si va sempre di più verso la fermata per il crollo del transhipment e del traffico complessivo. La responsabilità politica è tutta in capo ai governi nazionali e regionali che più di un anno fa erano stati edotti dalle mie denunce su quanto stava avendo nel porto Canale. Manifestando incapacità e connivenza la giunta regionale non solo non ha saputo prendere atto della situazione. Il risultato è stato fallimentare. Non solo non sono riusciti ad arginare il tracollo ma lo hanno incrementato con inerzia e incapacità. In un anno il tracollo è stato scandito da numeri impietosi: il 36% in meno con la perdita di qualsiasi competitività con gli altri porti. I dati che emergono dalla puntuale analisi di ship2shore e pubblicati stamane erano da tenere nascosti nonostante li avessi denunciati più volte. Tutto questo fa venir meno una delle clausole fondamentali del contratto di gestione del porto canale da parte della Conship che per esercitare la concessione doveva garantire un bugdet di movimentazione che appare decisamente fuori dagli attuali regimi di traffico. Un porto in secca senza che nessuno faccia niente per arginare questo tracollo senza precedenti e che adesso si ferma anche sul piano dei mezzi con il blocco di 2 delle grandi gru di banchina, 15 gru di piazzale, dieci trattori con semirimorchi. Dopo aver assunto nel 2003 sotto la mia presidenza il ruolo strategico nel Mediterraneo ora il Porto canale è a un passo dalla chiusura. Per il terminalista cagliaritano è il tracollo con la sempre più evidente fuoriuscita dal circuito internazionale del transhipment. Disastro che si è aggravato con il blocco del collegamento inverso dall’India verso il nord Europa. L’effetto domino sta riguardando anche le rotte Canada – Mediterraneo e Golfo del Messico Mediterraneo. Tutto questo con il silenzio scandaloso della giunta regionale e della politica sarda”. “Servono – ha detto Pili - iniziative straordinarie e commissariali sia sul piano strategico che commerciale e occorre urgentemente riposizionare il porto nello scenario internazionale. Per questo serve un management di livello internazionale in grado di rilanciare il ruolo strategico del porto canale di Cagliari e non figure fallimentari come l’ex assessore dei trasporti messo per meri giochi di corrente a presiedere l’autorità portuale”. “Ci sono in ballo 600 lavoratori – ha concluso Pili - che rischiano di finire per strada se non si interverrà immediatamente per fermare questo declino gravissimo della prima infrastruttura trasportistica della Sardegna. All’investimento infrastrutturale deve essere affiancata una trattativa serrata e seria con un nuovo soggetto internazionale in grado di ristabilire la centralità del porto terminal container. Serve un’interlocuzione diretta con CHINA Shipping e COSCO , gli unici soggetti che in questo momento possono rendere nuovamente strategico Cagliari. A questo deve essere affiancato un taglio netto delle tasse di ancoraggio. E’ ora – ha concluso Pili - che Stato e Regione la smettano di ignorare questa situazione e finiscano di essere complici di un fallimento annunciato”.