LA LUNGA NOTTE DA ANNABA A TEULADA, 70 BARCHE DI MIGRANTI VERSO LA SARDEGNA

Ci sono notizie che prima di essere date devono essere verificate. Altre che si devono dare, punto e basta.

Quella che sto per darvi rientra nei canoni di quelle che si ha l'obbligo di dare. Per coscienza, per responsabilità.

Non ho i mezzi per fare tutte le verifiche necessarie,a quest'ora soprattutto, ma si tratta di fonti consolidate, serie e responsabili.

Quelle per intenderci che vivono in mare, che hanno il controllo di ogni imbarcazione che solca il Mediterraneo, dalla più grande alla più piccola.

Le stesse fonti che in questi mesi mi hanno consentito di anticipare con largo anticipo lo sbarco di navi più o meno grandi.

Nonostante questo, però, la rappresentazione numerica, le modalità, suggeriscono la prudenza.

Mai e poi mai avrei immaginato di dover preannunciare un esodo che se confermato saprebbe di biblico.

Secondo fonti riservate, questo pomeriggio, dalle coste di Annaba, ridente e moderna cittadina dell'Algeria, punta avanzata verso la Sardegna, una vera e propria flotta di 70 barchini si sarebbe messa in mare.

Una vera e propria invasione delle coste sud della Sardegna, pianificata nei minimi dettagli e organizzata con il tempismo di chi conosce come pochi i più sofisticati mezzi per la previsione meteo.

Il satellite segna calma piatta. Niente onde. Niente vento. Una finestra meteo ideale di 24 ore. Con l'incognita dell'incerto, sempre in agguato in mare aperto.

Da Annaba al più vicino punto d'attracco, o di spiaggiamento, ci sono poco più di 200 km. Come Cagliari-Sassari su un barchino. A bordo di ognuno dovrebbero esserci non meno di 5 o 6 migranti. Si parla di 350/400 algerini in fuga dalla propria terra verso la Sardegna.

Esodo biblico per le modalità, azzardate e da ultima spiaggia.

Stento a crederci. Martello il mio interlocutore. Che non può dirmi di più.

Da mesi denuncio che su quella rotta si sta pianificando un canale autonomo e indipendente di accesso verso l'altra sponda del Mediterraneo. Una rotta dove può passare di tutto e di più.

Il ministro dell'interno se lo ha capito ha fatto finta di non vedere, il prefetto, come se non ci fosse, si è limitato a dispensare un pò di prebende ad una coop che accoglie coloro che non arrivano con le navi taxi dello Stato.

E dunque se l'informativa è attendibile in queste ore l'attraversata si annuncia lunga e improba. Una vera e propria invasione che dovrebbe giungere a compimento nella notte di domani.

Rotta tracciata verso il poligono della base militare di Teulada. Punta avanzata del Mediterraneo occidentale sin dai tempi dei Nuragici passando per i Fenici, giungendo ai mezzi guerrafondai della Nato.

Lo schema biblico dell'invasione è pianificato da terra. 70 barchini in un colpo solo non possono che essere una flotta messa in mare da un'organizzazione criminale che gestisce in modo spregiudicato la tratta degli uomini.

Lattine di carburante, non meno di 150 litri per barca. E poi preghiere. Tante preghiere. In tutte le lingue. Rivolgendosi ad ogni supremo protettore a seconda della latitudine. Preghiere senza agitarsi, senza ondeggiamenti, per non modificare la precaria calma piatta di una notte lunga e impossibile.

Ad accoglierli non ci saranno i tappeti rossi, ma probabilmente dopo questa notizia, troveranno a largo o vicino alla costa qualche mezzo che cercherà di impedirgli la tratta sino alla meta.

Probabilmente le navi militari saranno già in allerta e forse l'epica attraversata sarà interrotta alle luci dell'alba.

Non tutti riusciranno a metter piede e prua sulle spiagge vietate di Capo Teulada, ma dovranno accontentarsi del molo dedicato del porto canale.

Resta un terribile dubbio.

Questo sera, mentre si smontavano le tende al molo rinfuse del porto Canale, qualcuno ha chiesto: ma perchè le smontiamo se domenica sappiamo che ne arrivano altri 400?

La risposta è stata lapidaria: quelli arrivano per conto loro.

Come è possibile che fonti ufficiali sapessero di un arrivo così consistente e spontaneo già dalla sera di oggi?

Se tutto questo verrà drammaticamente confermato e se lo sbarco sarà compiuto o felicemente interrotto molti interrogativi dovranno avere risposte urgenti.

Chiunque cerchi di farci credere che la rotta tra Algeria e Sardegna è una via occasionale, sporadica e autogestita sa bene di dire il falso.

C'è qualcosa di più, e il governo non può non sapere.

Spero che questa anticipazione sia utile a salvare vite umane o a prevenire il futuro.

Un dato è certo, in Algeria devono essersi convinti che la Sardegna sia una terra facilmente conquistabile, nonostante i 36.000 ettari di basi militari.