LA RIVOLTA DELLE CAMPAGNE E L'ASSESSORE DA I NUMERI

Il neo assessore dell'agricoltura ha già capito il sistema. Ha percepito lontano un miglio quello che sta per succedere e si è precipitato a Roma. Ha incontrato quattro funzionari, qualche lavavetri e giù un comunicato stampa con cifre a casaccio. Le stesse. Sempre le stesse. Con l'aggiunta di qualche data aggiornata. In tale data il decreto, in tale altra lo stanziamento. Insomma,la lezione romana di Renzi e Pigliaru si ripete: dispensa un pò di lenticchie ed elemosina, un bel comunicato stampa con molte date e molte cifre e tutto è apposto.

Sfigato il neo assessore all'agricoltura.

Gli agricoltori gli hanno intercettato il pensiero. E sapendo che le pratiche comunicazionali di questa giunta sono alla base degli imbrogli pregressi non hanno creduto nemmeno alla data del comunicato.

Archiviato tutto in un cestino. Delle promesse di questa giunta e di questo neo renziano in salsa di Pigliaru agricoltori e pastori non se ne fanno proprio niente. Cestino colmo.

Un altro assessore che pensa che l'agricoltura sia un jukebox, dove basta un gettone per far silenzio.

Agricoltori e pastori della Sardegna hanno deciso di rompere il disco.

Lo faranno a modo loro, a testa alta e schiena dritta. Lo faranno nelle prossime ore senza timore. Lo diranno senza timore reverenziale a questo potere di pigliatori in giro.

Dieci giorni fa denunciai i ritardi,gli ulteriori ritardi rispetto a quelli già denunciati un anno fa, i 200 milioni bloccati, un agricoltura che paga gli uffici e una regione che dispensa elemosine e fallimenti nelle campagne.

La pacchia è già finita assessore! Pensava di usare il metodo Pigliaru, Paci e Deiana: quattro frottole e tutti a casa.

Ha sbagliato settore e strategia.

Non solo non ha risposto in modo chiaro sulla questione economica ma ha totalmente disatteso la questione strategica: la centralità dell'agropastorizia nel sistema economico della Sardegna.

Hanno perso tempo nel passato, hanno favorito lobby e hanno dimenticato il cuore produttivo dell'isola.

E ora l'incendio delle campagne divampa. Fuoco di protesta, di trattori e uomini che non ci stanno a far crollare il tessuto produttivo delle campagne per scelte dissennate o per mancate scelte.

Domani la Sardegna delle campagne alzerà la voce, senza veli, non per quattro soldi ma per rivendicare una visione strategica del settore.

La protesta si alza dal cuore della Sardegna.

La reazione sarà forte e chiara. Il tempo delle balle è scaduto.