COMMISSARI GOVERNATIVI IMPUGNANO L’OPERAZIONE DI ONORATO
RICORSO URGENTE AL TRIBUNALE DI MILANO PER FERMARE UN’OPERAZIONE CHE METTE A RISCHIO IL CREDITO DELLO STATO
DOPO LA MIA DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA SCATTA L’OPERAZIONE PER SALVARE NAVI E CREDITI
“I commissari governativi di Tirrenia in amministrazione straordinaria hanno impugnato le operazioni di fusione tra Moby e CIN. Si tratta di un colpo decisivo ad un’operazione che 15 giorni fa ho denunciato alla procura della Repubblica di Roma segnalando che si trattava del palese tentativo di venir meno ai debiti con lo Stato e dall’altra di accaparrarsi contributi pubblici milionari.
A questo si aggiunge che il piano industriale presentato da Onorato afferma testualmente che la Commissione Europea condannerà Tirrenia alla restituzione dei contributi di Stato in quanto aiuti illegittimi e non giustificati.
I commissari del governo (professor avvocato Beniamino Caravita di Toritto, il Dottor Gerardo Longobardi e il professor avvocato Stefano Ambrosini hanno affidato la causa al professor Bruno Inzitari e al commercialista professor Emanuele D’Innella erché presentino il ricorso urgente presso il Tribunale di Milano.
È lo stesso avvocato dell’amministrazione straordinaria ad affermare che il ricorso sarà presentato “perché con la fusione fra Moby e CIN si ritiene che il credito di 180 milioni di euro possa essere minacciato”.
Un’affermazione gravissima che conferma il contenuto esplicito della mia denuncia alla Procura della Repubblica di Roma.
I commissari di Tirrenia avevano, infatti, il compito di recuperare il maggior numero di crediti esigibili per la compagnia che avevano venduto nel 2012 alla Moby”.
Lo ha detto poc’anzi il leader di Unidos Mauro Pili annunciando il ricorso dei commissari governativi contro la fusione Moby Tirrenia.
“Il ricorso si è reso necessario per salvaguardare i 180 milioni di euro e nel contempo impedire la vendita delle navi traghetto di Tirrenia perché costituiscono una garanzia reale sul credito.
Il rischio evidente era quello che la fusione delle due compagnie in un’unica società avrebbe consentito che i crediti sul patrimonio Tirrenia si trasformassero domani in crediti sulla flotta della Nuova CIN condivisi con altri pretendenti.
L’operazione scellerata è dunque destinata ad incagliarsi in una secca permanente proprio perché nel piano industriale 2018-2023 è previsto in maniera esplicita che “il perfezionamento della fusione è subordinato alla mancata opposizione da parte dei creditori di Moby medicina”.
Tutto questo – ha proseguito Pili - si è verificato come abbondantemente avevo sollecitato e previsto, ora quell’ operazione spregiudicata subisce un arresto rilevante.
A questo si aggiunge un’affermazione contenuta nel piano industriale della fusione in cui si dichiara che il management di Cin “considera probabile che la Commissione Europea concluda con riferimento ad alcuni profili di indagine che si tratti di aiuti di Stato e che richiede pertanto la restituzione delle somme e dei relativi interessi maturati”. Si tratta di un’affermazione gravissima che conferma la mia sistematica opposizione ad un’operazione di svendita della Tirrenia che dal 2011 ad oggi continuo a definire truffa.
Onorato mette nero su bianco questa pesantissima ammissione per giustificare il mancato pagamento delle rate dei 180 milioni di euro allo Stato per l’acquisto di Tirrenia.
Ovviamente giustificazioni tutte funzionali a non pagare ma che confermano tutta la spregiudicatezza dell’operazione Tirrenia.
Nello stesso piano industriale è contenuta l’affermazione di una gravità inaudita quando si afferma che Onorato prevede “una proroga dei termini della convenzione in attesa del completamento dell’iter di aggiudicazione che ipotizza perfezionato oltre l’orizzonte di piano”, e quindi oltre 2023.
Questa affermazione in nome e per conto del governo è gravissima.
Si tratta di una inaudita comunicazione sociale in grado di ingannare i mercati. Il governo, il ministro dei trasporti e quello dell’economia, devono immediatamente smentire questa scellerata previsione, contenuta in un piano industriale ufficiale, perché altrimenti avallerebbero in modo illegale e ingannevole un’operazione economico finanziaria perseguibile penalmente.
Nello stesso piano industriale è previsto un aumento dei costi trasporto il 24% per le merci a partire dal prossimo anno.
Ulteriore rincaro dopo il 50% di incremento già scattato il 1 novembre scorso.
A questo si aggiunge un altro elemento che sottoporrò all’attenzione della Procura di Roma relativo ad una dichiarata plusvalenza di 145 milioni di euro nella vendita ipotizzata di sei navi del gruppo Tirrenia per un incasso complessivo di 305 milioni di euro.
Un’operazione che si dice in grado di generare una plusvalenza di 145 milioni di euro su un bene venduto dallo Stato per molto meno.
Significa aprire scenari di gravissimo danno erariale con evidente risvolto penale dell’operazione stessa.
Questi elementi emersi con atti ufficiali – conclude Pili - confermano in tutto e per tutto la validità e la determinazione della mia azione politica svolta nel silenzio complice di Stato, Regione e partiti tutti che hanno coperto in maniera vergognosa l’operato di Onorato contro la Sardegna e contro sardi. Un’azione che porteremo avanti sino in fondo per restituire il maltolto al nostro diritto universale alla mobilità delle persone e delle merci”.