IL DEPUTATO DI UNIDOS PRESENTA ESPOSTO ALL’AUTORITÀ ANTICORRUZIONE: GARA NON TRASPARENTE E TROPPI CONFLITTI INTERESSI
“ Il bando per affidare l’esclusiva del grano Cappelli è viziato da gravi elementi di illegalità e illegittimità. Ci sono atti, conflitti d’interesse, rapporti e procedure che devono essere con urgenza esaminati dall’autorità nazionale per l’anticorruzione. E’ impensabile che il bando sia stato emanato da un organismo che non aveva nessun titolo a disporre dell’esclusiva e soprattutto con un responsabile “unico” del procedimento a differenza di quanto avvenuto per tutti gli altri bandi di esclusiva dove la responsabilità era plurima e affidata ad apposita commissione di gara. Non è certamente un caso che il responsabile unico del procedimento sia tale Nicola Pecchioni, docente di Modena e Reggio Emilia, direttore del Cra-Cer, direttore dell’organismo di ricerca del ministero dell’Agricoltura. E’ lo stesso docente che ha avuto partner in ricerche proprio la SIS Società Italiana Sementi Spa di Bologna che si è aggiudicata questo bando farsa. Basterebbe questo per indurre il ministero a revocare con urgenza tale illegale e illegittima concessione di esclusiva alla Sis di Bologna. E’ singolare che solo in una seconda fase della gara siano state previste royalties superiori del 450% alle precedenti con l’unico obiettivo di far fuori i produttori sardi del consorzio sardo Grano Cappelli. Così come la definizione della tempistica di appena 15 giorni per partecipare alla gara, con il dubbio legittimo che tali ridotti tempi fossero funzionali solo ad avvantaggiare alcuni e sfavorire altri. A questo si aggiunge che l’obiettivo di promuovere la varietà del grano Cappelli crolla dinanzi ai dati oggettivi: la Sis di Bologna dispone di appena 360 quintali a fronte dei 12.000 del consorzio sardo. Tutta questa vicenda conferma uno scippo in grande stile con poteri forti, affaristi da quattro soldi, che speculano nel settore a scapito di chi 30 anni fa ha resuscitato il grano Cappelli con lungimiranza e intelligenza imprenditoriale. Per questa ragione è indispensabile che l’Autorità Nazionale per l’Anticorruzione ed eventualmente le procure di Cagliari e Foggia si occupino di questa vicenda con troppi lati oscuri e molti interessi”.
Lo ha detto il deputato di Unidos Mauro Pili replicando in commissione agricoltura al Governo sulla vicenda del Grano Cappelli. Il governo nella risposta ha difeso l’affidamento dell’esclusiva alla Sis di Bologna e ha praticamente avallato le procedure seguite da Crea.
“Il governo – ha detto Pili - è complice di questa vicenda e il silenzio della regione conferma l’incapacità dell’esecutivo di contrapporsi ai padroni del Pd. Questa truffa ai danni della Sardegna è emblematica di una regia in capo del ministro dell’agricoltura che da vice segretario nazionale del Pd impone la linea dei poteri forti e i vassalli sardi eseguono silenziosamente. Su questa vicenda sarà guerra frontale perché oltre all’aggressione alle produzioni sarde vi è lo scippo di un progetto di sviluppo che ha visto i produttori sardi scommettere su ricerca scientifica e qualità”.
“Il CREA – ha detto Pili – tenta maldestramente di prendersi il merito sul lavoro di selezione in purezza della varietà Cappelli. Ignobile tentativo perché nel 1990 Crea non avevano più nemmeno la semente Cappelli e questa è stata tenuta in purezza dal consorzio Grano Cappelli - Selet, come risulta anche dalle fatture emesse per il pagamento dei compensi del costitutore. L’esclusiva sarda si basava sulla moltiplicazione della semente Cappelli nel territorio Regionale per vigilare sulla varietà, sulla sua purezza, compiendo in primis controlli in campo. Invece la sua commercializzazione era concessa a livello Nazionale, si vendeva la semente di II RIPR quella che poi a raccolto diventa grano da macina, quindi si identifica in quella semente che finisce il ciclo del grano da seme. Il ministero aveva parlato di esclusiva di commercializzazione solo territoriale: non sanno nemmeno dove sono messi. Non conoscono i fatti e sono protesi all’inganno”.
“A questo si aggiunge un aspetto dirimente: il Cappelli risulta iscritto nel 1969, ma il suo rinnovo avviene solamente 21 anni dopo, nel 1990, quindi per la legge delle sementi la varietà è decaduta e il CREA non ne è il soggetto responsabile. Appropriazione indebita funzionale a lucrare sul lavoro scientifico messo in campo dai sardi. Aspetto inquietante quello delle royalties: per la semente di II°RIPR sono passate da 7,50 € a 40,00 € a tonnellata, la semente di I° RIPR è passata da 75,50 € a 180,00 € a tonnellata. Siamo dinanzi ad un becero atto che tentava di mettere fuori gioco i sardi a suon di denari. Ora siano altri, a partire dall’autorità dell’Anticorruzione, a valutare questo imbroglio ai danni della Sardegna. Per quanto ci riguarda – ha concluso Mauro Pili - su questa vicenda siamo pronti anche ad azioni forti per ripristinare il legittimo diritto dei produttori sardi leso da interessi di partico e d’affari”.