PILI: PRONTA LA GRANDE RAPINA PER AGRICOLTORI E PASTORI. EQUITALIA DAL 1° LUGLIO PRELEVERA' DEBITI DALLE BANCHE. ADDIO FONDI AGRICOLI

La rapina è studiata nei minimi dettagli. Stato, Equitalia e banche. Tutti pronti al grande assalto alle aziende agropastorali della Sardegna.

I gravissimi ritardi nel pagamenti del Psr piano di sviluppo rurale regionale della Sardegna ha provocato tre drammatici effetti:

1) gli agricoltori hanno fatto gli investimenti, indebitandosi, consapevoli della copertura di quei finanziamenti. Quei fondi non sono mai arrivati. Fermi da anni.

2) per realizzare gli investimenti hanno dovuto fare ricorso alle banche. Banche sanguisughe e speculatrici. Per pagare i debiti e salvare le aziende gli agricoltori e i pastori hanno dovuto rinunciare loro malgrado a pagare la iniqua valanga fiscale e previdenziale. In attesa di poter sanare in tempi migliori.

3) ora con la crisi delle campagne, siccità, crollo dei prezzi, indebitamenti, mancati pagamenti le aziende agropastorali della Sardegna sono sotto attacco. Un dramma senza precedenti: Equitalia è pronta a prelevare dai conto correnti bancari degli agricoltori e pastori le somme inevase, attende solo che lo Stato versi il dovuto, e l'arcigna macchina infernale porterà via automaticamente quello appena versato.

Il gioco-rapina è pronto. Lo Stato con una mano restituirà alle campagne il dovuto e con l'altra, Equitalia e Banche, se lo riprenderà senza colpo ferire.

Quei 200 milioni e passa che lo Stato e la Regione devono agli agricoltori entreranno direttamente nelle casse di Equitalia e il gioco è fatto.

Dal Primo Luglio, infatti, col Decreto Istitutivo della nuova agenzia- carrozzone che sostituisce Equitalia, le procedure di prelievo forzoso dai conti correnti saranno velocizzate e non richiederanno l'autorizzazione da parte del giudice.

Il risultato è chiaro: una pentola bucata, sempre a favore dello Stato.

Una voragine incredibile, senza precedenti, viste le sofferenze del settore agricolo e zootecnico in campo fiscale e previdenziale.

Per Equitalia, il pignoramento del conto corrente diventa possibile, senza l’intervento di giudici, dal prossimo primo luglio 2017.

L'ora x è fissata. Non appena, se lo Stato pagherà il maltolto agli agricoltori e pastori, saranno fatti gli accrediti in banca Equitalia e dintorni si attiveranno per il prelievo forzoso.

Una rapina in banca senza contenzioso. Senza verifiche.

Lo Stato procederà al pignoramento dei beni dei contribuenti e il recupero delle somme evase senza nemmeno una telefonata.

La notizia crimins è introdotta dal Decreto Legge 193/2016.

Equitalia disponeva già dell’autorità di pignorare il conto corrente dei contribuenti ma aveva bisogno del via libera dei giudici. Ora, invece, Equitalia vedrà, in pratica, potenziati i suoi poteri di riscossione.

L’Agenzia delle Entrate avrà libero accesso alle banche dati Inps e alle informazioni dei contribuenti e, dal 1° luglio 2017, potrà disporre il pignoramento del conto corrente senza l’autorizzazione giudiziaria.

Dal primo luglio cambia il potere di Equitalia sul pignoramento del conto corrente, dinanzi a una cartella esattoriale non pagata, l’Agenzia delle Entrate potrà conoscere tutti i dati dei contribuenti.

E scatterà il pignoramento automatico del conto corrente con la possibilità di Equitalia di conoscere l’effettiva disponibilità economica e finanziaria del debitore.

Un vero e proprio occhio di Stato dentro il conto corrente che potrà vigilare sulla reale situazione finanziaria dei contribuenti.

Il pignoramento del conto corrente da Equitalia diventerà automatico, senza quindi bisogno dell’autorizzazione da parte di un giudice, nel caso in cui il contribuente non adempia al pagamento della cartella esattoriale entro 60 giorni dalla notifica.

Equitalia trasmetterà gli atti di pignoramenti del conto corrente, alla banca e poi, una volta decorsi i 60 giorni dalla data di notifica, al contribuente.

Trascorsi i 60 giorni dalla notifica, in assenza di pagamento della somma dovuta da parte del contribuente, Equitalia procederà con il pignoramento del conto corrente diretto, per riscuotere la somma dovuta.

E la partita sarà chiusa: lo Stato si sarà ripreso quello che poco prima aveva restituito agli agricoltori per i mancati e ritardati pagamenti.

Occorre bloccare questa follia di Stato. E' impensabile che lo Stato, generatore di ritardi, mancati pagamenti e indebitamenti possa compiere un atto come questo.

Le somme destinate agli investimenti in agricoltura devono essere impignorabili.

In tal senso presenterò nelle prossime ore un apposito provvedimento alla Camera.

Rapinare due volte gli agricoltori, mancati pagamenti e prelievo forzoso dai conto correnti, significa distruggere agricoltura e pastorizia.

Forse è quello che qualcuno vuole. Per comprare tutto a quattro soldi.

Tutto questo è inaccettabili. La reazione deve essere forte e chiara, decisa e determinata.

Senza altra perdita di tempo. E' in gioco il futuro di un settore chiave dello sviluppo e della vita della Sardegna: l'agropastorizia.

I nemici vanno combattuti a schiena dritta e testa alta. Ora!