I SARDI PAGHERANNO MEZZO MILIARDO DI TASCA PER LA TRUFFA DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA
AL LAVORO I LEGALI PER UNA CLASS ACTION CONTRO QUESTI LADROCINI BANCARI
Basta semplicemente un calcolo: lo Stato stanzia 20 miliardi di euro pubblici per ripianare i debiti delle banche di partito. Diviamoli per i 60 milioni di italiani. Moltiplichiamo per un milione seicentocinquantamila sardi e il gioco è fatto. Rapina a mano armata dalle tasche di ognuno sardo, neonati e anziani, di 330 euro a testa. il Popolo sardo derubato di 540 milioni di euro per i sporchi affari dei compagni e compagnetti.
Non si deve dire per non disturbare i manovratori: con quei soldi rapinati ai sardi e non solo si pagheranno le mega truffe di signori e signorine che scialacquano milioni a destra e manca.
Era chiaro che tutti questi signori fossero le grancasse del sì al referendum: certo lo facevano per le riforme.E tutti noi a crederci!!!
Lo facevano perchè aspettavano il momento propizio per passare all'incasso.
E nemmeno un mese dopo ecco l'assegno. 20 miliardi da consegnare alle banche, tra tutte e per prima, il Monte dei Paschi di Siena.
Soldi veri, di tutti noi, per pagare le cialtronerie e le truffe di coloro che hanno preso soldi a piene mani da quelle banche per fare affari e speculare a scapito di risparmiatori e cittadini ignari.
La banca del Pd, la banca dei compagni, la banca che ha foraggiato le tessere di partito più voluminose, quelle più ricche, da De Benedetti per arrivare alla signora Marcegaglia, presidente dell'Eni di renziana memoria.
Per tutti questi hanno prelevato soldi con la pala meccanica e hanno costruito veri e propri denarodotti utili ad ingrassare affari e amici.
Fino a fine novembre la Monte dei Paschi dichiarava che tutto andava bene, stranamente dopo il referendum il crack. Con sorpresa.
Il 70% dei cattivi debitori della banca più antica del mondo non sono i piccoli artigiani o commercianti. Il 69,7% dei crediti sono prestiti a ricchi. Il 24,3% sono pratiche con cifre tra uno e tre milioni di euro, per un valore totale di 2,5 milioni di euro. Sono invece il 32,4% quelle con valori superiori a 3 miliardi di euro, per un totale di meno di 10mila clienti in tutto.
Chi sono questi profittatori? l'elenco è segreto e statalizzare serve forse proprio a proteggere questi nomi e cognomi, quelli di molti politici, imprenditori e vip che hanno avuto rapporti contro natura con la banca sinistra.
Qualche nome in realtà si sa, ma non si può (o potrebbe) dire, come quello di De benedetti, che con Sorgenia avevano 600 milioni di perdite o di del gruppo Marcegaglia, di proprietà di Antonio ed Emma Marcegaglia. Per loro un finanziamento di quasi mezzo miliardo di euro nonostante avessero alle spalle debiti per 1,5 miliardi.
Insomma, pagheremo noi per loro. Loro su jacht in giro per il mondo e i sardi a pagare i debiti di questi signori.
E la regione ce fa? Non impugna il provvedimento? Non ritiene necessario tutelare i sardi onesti?
Non sia mai. Lesa maestà del puparo fiorentino.
E non si mai che quei soldi possano servire anche per coprire le malefatte di altre banche e altri debitori in casa propria.
Non è un caso che la Banco popolare dell'Emilia Romagna proprietaria dopo furto con destrezza del Banco di Sardegna navighi in acque agitate alla pari del monte dei pascoli.
Un dato è certo: nessuno parla e tutti sono sotto schiaffo bancario.
Non ci resta che organizzarci e preparare le carte per difenderci, in ogni modo, da questa ladrocinio bancario che mette in ginocchio i pastori di Sardegna e salva i ricchi compagni di partito.
In viale trento e in via roma pensano agli affari degli amichetti di corrente e dei banchieri con la tessera in tasca.
Una class action contro questa gestione bancaria scandalosa è l'ultima strada per difenderci da manigoldi e ladri seriali.